Ieri si è tenuta la discussione in consiglio comunale della mozione alla legge 194, promossa dalla consigliera Santoro (Lega). Nell’aula consiliare la giunta, a guida Muzzarelli, si è trovata a dibattere delle politiche da attuare in favore della maternità e, soprattutto, per la disincentivazione della pratica dell’aborto, regolamenta dalla legge 194 del 1978 appunto.
I rappresentanti della destra modenese, a seguito della mozione della Santoro, hanno argomentato e sostenuto la mozione con una sfilza di dati e luoghi comuni che poco hanno a che fare con la realtà dei fatti. Un esempio lampante è portato dalla consigliera stessa quando a gran voce ha proclamato che tutti i metodi contraccettivi siano in realtà pratiche abortive, e che gli obiettori di coscienza non siano sufficientemente numerosi. Forse la Santoro dovrebbe guardare al contesto nazionale: 9 regioni su 20 presentano un tasso di obiettori compreso tra il 50-70% (tra cui l’Emilia Romagna), 4 regioni si collocano con quote tra il 70-80% (tra cui il Veneto), e ben 5 regioni presentano più di 50% di medici obiettori di coscienza (da notare che la sola provincia di Bolzano ne presenta l’81,3%), sì salva invece la Valle d’Aosta con solamente il 16,7%. {Da qua: Gli obiettori di coscienza in Italia, una mappa}
La discussione è stata ampiamente partecipata da ambo le parti, senza l’esclusione di toni accesi e provocatori, anche e soprattutto rivolti dagli esponenti di destra alle/ai astanti che hanno presieduto al consiglio.
Dal suo canto, la maggioranza si è compattata a difesa della 194, rimarcando l’importanza in città di iniziative volte all’informazione e di tutelare chi si occupa di parlare,in tempi che si fanno sempre più bui, di contraccezione e sessualità consapevole
Arrivati alla votazione della mozione della Santoro è stato dato un chiaro segnale di contrarietà a questo tipo di deriva reazionaria con una maggioranza schiacciante di 24 voti contrari e 3 a favore. Una proporzione che ha rispecchiato la composizione della platea, compatta nonostante le diverse sigle o singolarità, forte la presenza di Non una di meno come quella di UDI, mentre solo un paio di esponenti dei movimenti “pro vita” stentavano in mezzo alle matricosche.
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